<div class="quote"><i>Messaggio di Baron Gautsch</i>
<br />A mio assolutamente modesto parere, di utilizzatore felice di REB SCR, credo che una discussione basata su fondamenti scientifici debba prescindere dalla morale che nel caso è solo aria fritta!
Mi spiego.
Cos'è che non va?
Non si crede possa funzionare efficaciemente il sistema di ricircolo del GAS e filtraggio della CO2? Non mi sembra: è un principio chimico cosí¬ banale da far sorridere.</div class="quote">
Scusa se mi inserisco nella discussione. Conoscevo Alessandro Dodi e leggere sulle riviste il continuo battage per la diffusione dei reb anche ai primissimi livelli dalla subacquea ricreativa mi infastidisce (chiaro eufemismo) e preoccupa.
Intanto su tutti i manuali c'è scritto che sussistono diverse cose che ostano al buon funzionamento di questo processo: umidití , errato riempimento del canister, errata conservazione dell'assorbente, channeling ecc. Poi, se allagato, si crea una miscela caustica e basta andare a vedere su "Rebreatherworld" quanto questo pericolo non sia poi cosí¬ remoto. Tutte cose evitabili con l'addestramento e l'attenzione nel montaggio ma trattasi comunque di problemi inesistenti nell'OC.
<div class="quote">Non si ha fiducia sul monitoraggio di questo processo chimico nel caso in cui componenti elettronici o elettro meccanici che incidono sul suo svolgimento possano avere dei malfunzionamenti?! Bene, allora basterebbe lavorare sui sistemi di rilevamento e monitoraggio del funzionamento della macchina (parlo ovviamente di un CCR)</div class="quote">
La tecnica attuale ha a disposizione celle i cui limiti sono gií stati evidenziati Dody. E' stato più volte dimostrato che anche averne 3 non risolve i problemi (oltre ad aumentare il numero di componenti e connessioni, cosa che statisticamente aumenta la probabilití di guasto anziché diminuirla). L'affidabilití e predicibilití delle batterie la vediamo quotidianamente con telefonini, macchine fotografiche ecc. Peccato che quelle applicazioni non alimentino sistemi di supporto alla vita. E per far funzionare sistemi di controllo (computer, analizzatori, display remoti) le batterie sono indispensabili.
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Essere tristi per delle morti di persone care e di amici credo sia non solo necessario, ma umano tanto quanto sarebbe aberrante non esserlo. Non lavorare criticamente sulle tecnologie che "forse" le hanno causate a mio parere è rifiutare il progresso; e questo non credo sia una soluzione.
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Allora smettiamola di dire che le macchine sono sicure e diciamo chiaramente che alcune persone amano fare da beta tester per il progresso. Liberissime, grazie a loro magari un giorno avremo macchine sicure, ma oggi non è cosí¬.
Ben Ghassem era un trainer, Max Hahn un'icona che aveva scritto ottime tabelle e si immergeva da oltre 40 anni, Penny Glover era un instructor trainer di molteplici didattiche e in ultimo Roberto aveva pari requisiti.
íˆ un caso? Se l'errore è sempre dell'uomo e mai della macchina (come hanno sempre sostenuto queste persone) e a sbagliare sono stati subacquei di livello decisamente superiore alla media, per me significa che queste macchine sono assolutamente inadatte al subacqueo medio (inteso anche quello tecnico).
In parte minore lo stesso vale anche per gli SCR. Aggiungono problematiche inesistenti in OC (variazioni di FiO2 in base al carico di lavoro, al flusso, alla pulizia dell'ugello, alla pressione dell'erogatore, alle variazioni di quota), aggiungono componenti (polmoni, canister orifizi o valvole a spillo, by-pass ecc), posture obbligate per ottenere uno sforzo respiratorio decente. In ultimo inducono gli utilizzatori a tralasciare o sottostimare il bailout. Tutti i manuali che ho letto dicono che il bailout off board deve garantire una sicura risalita in caso di abbandono del loop. Come ha detto anche Dody (è la seconda volta che sono d'accordo con lui, devo preoccuparmi? [

]) questo presume un carico di bombole pressoché identico all'OC. Altrimenti è un qualcosa non calcolato esattamente che può metter una pezza, ma non risolvere completamente una situazione di emergenza.
Ciao
Matteo