Ciao Lo[

] Argomento molto interessante.
Il numero di atti respiratori è legato, come noto, alla concentrazione di CO2 nel sangue venoso, questa varia con il lavoro muscolare essendo un prodotto del metabolismo cellulare.
La quantití di inerte trasportato dipende da questi parametri: percentuale del gas in esame nella miscela che respiriamo, pressione paziale di questo gas (quindi dipendente dalla pressione ambiente), valore di solubilití del gas nel sangue.Il gradiente di pressione che si crea tra il gas negli alveoli e quello presente nel sangue è la forza che fa passare le molecole di gas in circolo. Il sangue non è saturo. Sia xkè generalmente cede l'inerte ai tessuti che raggiunge, in quantití ovviamente variabile in base al valore di diffusione / perfusione del gas in questione nel determinato tessuto.Sia perchè non abbiamo trascorso abbastanza tempo x saturare i tessuti e il sangue stesso.
A questo punto un alto numero di atti respiratori, rinnovando con più frequenza la miscela presente nei polmoni, mantiene alta la "spinta" gradiente che determina il fenomeno detto. Il sangue, a meno di aver raggiunto la saturazione (cioè i tessuti sono in equilibrio dinamico con l'ambiente circostante) trasporterí più inerte e questo si diffonderí maggiormente o più rapidamente (a seconda di quale fenomeno prevale e dal tempo di esposizione) nei tessuti.
In ultimo c'è da aggiungere che l'attivití fisica favorirebbe la creazione di micronuclei gassosi (DAN) responsabili di un maggior patrimonio di bolle nel sub (fase disciolta dell'assorbimento di inerte).
L'emisaturazione invece è confrontabile a PP parziale costante del gas: se varia la profondití , varia la PP gas e l'assorbimento, analogamente se aumenta la % (frazione) di gas nel sangue x l'aumentata frequenza respiratoria, avrò lo stesso risultato di aumento di PP gas.
Conclusione: occhio agli sforzi prolungati e all'affanno in profondití [

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