<div class="quote"><i>Messaggio di MALACHITE</i>
<br />X la cronaca:
Alcune Didattiche,molto conosciute in ambito federale e non,promuovono l'aria sino a 62 metri.
Mi viene da chiedere al di la che ognuno fa quello che vuole non sarebbe meglio fare una bella tavola rotonda (UTOPIA)fra tutti e stabilire realmente il limite dell'aria?ma senza lasciare spazio a interpretazioni.
Attendo.........<font color="brown"></font id="brown">
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Caro Peter Tosh,
la didattica a cui fai riferimento è la CMAS, ma devi sapere che il limite di -60 metri ( e non 62) esiste SOLO in Francia, non in Italia o resto del mondo, in quanto è la Federazione Francese a permettere questo limite. Come dici tu, è MOLTO discutibile, ma di fatto un limite per l'aria gií c'e', anche per la TSA : -40 metri! Con il corso tecnico si fanno si' immersioni fino a -50 metri, ma in miscela binaria leggermente arricchita di O2 (Ean 23 per il limite di 1.4 di PpO2). Altre didattiche estendono il limite a -50 metri, e questo si' che e' discutibile. Se posso dire la mia, oltre i -40 andrebbe usato il Trimix, e non per vendere brevetti, ma per sicurezza e lucidití . se posso vedere un DVD, devo accontentarmi di un canale televisivo che a tratti si vede male? Se ho una fuoriserie parcheggiata in garage, devo accontentarmi la domenica di uscire con un'utilitaria? Pensa che alcune didattiche americane di impronta tecnica usano il Trimix oltre i -30 e credimi che non sbagliano proprio di molto! Se volessero fare soldi, gli istruttori punterebbero sulla ricreativa, non sulla tecnica, dove comunque il bacino di utenza è, per forza di cose, più limitato.
Se ti interessa, ho il documento CMAS a cui si fa riferimento nella prima parte della mia asserzione che conferma quanto dico. La tavola rotonda sarebbe il futuro delal subacquea, a mio avviso, e li' si' che si lascerebbe davvero spazio a istruttori competenti, capaci e PRUDENTI. Il tutto si traduce in sicurezza. La nostra attivití , in cui ci accomuna la passione, è ludica, ma sempre e ripeto sempre, dobbiamo "accendere i lcervello", come Guglielmo ha giustamente scritto, e considerare che basta un nonnulla per trasformare la nostra "scampagnata acquatica" in tragedia. Dunque armiamoci di accessori utili, attrezzature sempre curate e buona volontí per capire che non bisogna bruciare le tappe e riempirsi di plastichini, ma compiere passi brevi, ponderati e uno dopo l'altro. Questa esperienza ci farí capire da sè che ci sono limiti ben evidenti nella pratica di immersione profonda.
Ecco che il "fare ognuno quello che vuole" si allontana dalla mia visione. Insisto sempre sulla sicurezza, fino alla noia, forse, ma penso non sia mai abbastanza il considerare quello che oltre oceano si chiama "What If?", cioè il far fronte alle situazioni che possono succedere e cercare di PREVENIRLE fuori dall'acqua, perchè tentare di risolverle sotto può essere a volte impossibile, o per lo meno molto difficile. Come posso ragionare bene e avere manualití sicura e decisa cosi' a -60 in aria? Certamente lo farò se a -60 ho una narcosi equivalente di -18...
Scusatemi ma mi dilungo sempre....[

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