condivido. la subacquea è uno sport con dei pericoli dovuti all'ambiente non adatto alla vita dell'uomo e dei rischi dovuti a moltissime cause.
Ognuno deve essere cosciente dei pericoli e cercare, almeno che non sia uno sconsiderato, di evitarli.
I rischi hanno invece un aspetto anche soggettivo: faccio subacquea sportiva e accetto il rischio X, faccio tecnica Y, subacquea professionale - militare Z., ovviamente diversi.
Detto questo un istruttore/guida dovrebbe oltre che valutare ed evitare i pericoli cercare ogni volta di rendere minimi i rischi a cui i subacquei consapevolmente hanno deciso di esporsi fidandosi però della sua professionalití .
Faccio un esempio generico cosí¬ nn lo colleghiamo a questa tragedia.
Se vado a giannutri e scendo sulla parete che porta ai resti delle macchine (sono proprio autovetture!) del relitto del nasim con un gruppo di sub esperti fino a 35-40 mt conun momnobombola da 15lt ad aria, e queste persone si sono fidate della mia valutazione dei pericoli e dei rischi, e poi, perchè mi sento fico nuoto sul fondale e raggiungo il relitto che fa 56 mt esponendo tutto il gruppo minimo a narcosi e rischi di fine gas allora ho gravemente violato i mie obblighi. Prima quelli morali, per persone che si sono fidate di me, poi di rispetto degli standard e in ultimo del rapporto professionale contrattuale fra me e i miei allievi clienti.
...pensate che se dovesse capitare qualcosa avrei il diritto o anche solo la legittima attesa di farla franca[?]
..io dico proprio di no
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