Prima di rispondere alla domanda di Lorenzo, alcune osservazioni sul metodo "ratio deco"
-	Il concetto base della cosiddetta "ratio deco" (o memo deco) e' che, con una determinata profondita' di riferimento, scelti il gas di fondo e i gas deco, esista un rapporto fisso ("ratio") fra durata della decompressione  e tempo di fondo.
-	Ebbene, come del resto gia' evidenziato  dall'esposizione di poseidon, questo concetto e' , per cosi' dire, gia' "intrinseco" nel modello di calcolo (VPM 

 di v planner (ma  anche in rgbm). Basta infatti fare qualche verifica con v planner (o programmi analoghi) per notare come, una volta fissati i gas e il grado di conservatismo, il rapporto suddetto dipende sostanzialmente solo dalla profondita' e non dal tempo di fondo (non solo, ma, all'interno del tempo deco totale, anche i rapporti fra i tempi di utilizzo dei gas deco sono sostanzialmente costanti).
Il suddetto rapporto si modifica invece modificando profondita' e gas utilizzati .
-	E' molto verosimile che chi ha elaborato questa "ratio deco" (vedi anche il famoso articolo di Georgitsis e le successive elaborazioni) avesse ben presente questa caratteristica  emergente dai  moderni modelli di calcolo e  abbia utilizzato proprio questa base, su cui "innestare" altre conclusioni gia' derivate dall'esperienza WKPP/GUE,   per realizzare un sistema (appunto il ratio deco) relativamente semplice e facile da ricordare.
-	L'influenza della profondita' e' stata gestita definendo, entro i 90-100 metri, quattro  range di profondita' , ciascuno caratterizzato da un determinato "rapporto totale" deco/fondo e "rapporti relativi" fra i tempi dei vari gas deco.
Si e' gestita l'influenza dei gas definendo i gas di fondo e deco validi per ciascun range.
Per gestire poi le variazioni di profondita' all'interno dello stesso range sono stati  introdotti dei semplici calcoli di correzione (vedi nota di Molly), che a ben guardare sono anch'essi molto in linea con i risultati di VPM B.
Nel sistema, come gia' detto, sono state contemporaneamente  "innestate" le varie "ottimizzazioni"  derivate dall'esperienza GUE/WKPP : scelta specifica dei gas di fondo e deco (gas standard)  "extended stops", gas breaks, "profili" utilizzati per "spalmare" la deco etc  .
-	Il tutto ha dunque una  "base" logica abbastanza robusta (pur nell'incertezza che caratterizza tutta la problematica della decompressione, anche con i modelli piu' moderni).
Venendo ora alla domanda specifica di Lorenzo
- Se si intende utilizzare il sistema cosi' come e' (rapporti , range di profondita', extended stops e profili deco etc.), con l'unica variante di diversi gas di fondo e deco, ......io non lo farei.
In particolare non userei il gas di fondo indicato (17/35) ne' userei come primo gas decompressivo l' EAN 40 (cioe' usare un gas decompressivo che al gas switch fa sensibilmente aumentare uno dei due inerti che vorrei poi invece decomprimere ..... e farei il mio "extended stop" a 30 metri in questa situazione ?? ...questo argomento meriterebbe una discussione a parte...). Certo, per profondita' e tempi di fondo  abbastanza limitati "un po' tutto funziona", e proprio per questo probabilmente eventuali "prove" con questi gas non farebbero emergere problemi, ma ciò non dimostra che la scelta sia giusta .
- Certo, si possono cercare dei gas non "standard" ma sostanzialmente anch'essi "validi" e in base a questi ricalcolarsi una propria "ratio deco" cosi' come ben spiegato da poseidon; alla fine si trovera' pero' che i gas "validi" sono molto simili a quelli gia' standardizzati. Ne vale quindi la pena ?
Ciao a tutti
Massimo