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ARGOMENTO: Tragedia Onno parla l'istruttore
Tragedia Onno parla l'istruttore 14/11/2003 17:55 #1
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Riporto dal newsgroup it.hobby.scuba il report sull'incidente di Lecco che ha suscitato molta emozione e commenti a firma dell'istruttore presente al dramma.
"Un caro saluto a tutta la lista, anche se in un periodo molto difficile come questo. Prima di dare inizio al report della tragedia, vorrei assicurare tutti che non ho mai pensato di farla passare nel silenzio. Non solo evidentemente non sarebbe stato possibile, ma soprattutto non lo avrei mai accettato sia per l'associazione che rappresento e con la quale mi trovo bene anche in questi momenti di "indagine" (sono infatti in stato di sospensione cautelativa da tutte le mie attivití ), sia per il Team con il quale ho lavorato meravigliosamente per mesi, sia per il mio indimenticabile amico Guido (Hurco) e ancora di più per me stesso. Sin dal primo momento ho avuto intenzione di rendere pubblico quanto successo: se questo report arriva in ritardo rispetto alla sventura è perché l'autopsia è stata operata immediatamente ed i risultati di essa, a detta del medico legale, erano molto chiari. In accordo con la Presidenza PSA ho deciso di aspettare tali risultati che, a quanto pareva, sarebbero arrivati di lí¬ a pochi giorni. Abbiamo aspettato i risultati giorno dopo giorno. E sono passati troppi giorni. Ora mi pare purtroppo chiaro che i tempi per avere ufficialmente (anche se ufficiosamente abbiamo le risultanze) tali documenti appaiono estremamente dilatati: non è possibile stabilire quando. Dato quindi il prolungarsi dell'attesa a tempo indeterminato, non desidero più aspettare e voglio offrire quanto nelle mie mani anche se non chiude completamente il quadro. A tale proposito, fornirò in futuro ogni ulteriore informazione appena sarí disponibile. Per il momento, tutto quello che posso scrivere, è annotare ogni minimo particolare che è accaduto sotto i miei occhi. I partecipanti all'immersione sono stati il sottoscritto in qualití di istruttore trimix 100 PSA, Guido, caro amico e compagno di molte immersioni nonché allievo, e Fabrizio, trimix 100 diver PSA. Fabrizio, un mio amico, essendo venuto a sapere, durante la settimana precedente l'immersione, che avremmo effettuato un'immersione in miscela, mi chiede se si può aggregare a me e a Guido: non ci trovo nulla in contrario e quindi gli do appuntamento per il sabato 25 ottobre 2003. Il ritrovo è fissato per le ore 14.00 in localití Valbrona, Onno (LC) per effettuare un'immersione conosciuta dai subacquei come "La faglia del Quensito". Dopo aver effettuato l'analisi dei gas, poiché le miscele di Fabrizio sono quelle che hanno un maggior contenuto di gas inerte, procediamo alla pianificazione dell'immersione in base ai suoi gas. Sebbene disponessimo tutti di ean50, si decide di pianificare la decompressione in ean48, aggiungendo cosí¬ un fattore di conservativismo all'immersione (Fabrizio, avrebbe utilizzato comunque l'ean50). Inoltre, poiché il sito di immersione era gií noto sia a me sia a Guido in quanto ci eravamo gií immersi altre volte in quella zona, decidiamo di pianificare come massima profondití dell'immersione i 104mt, profondití che, con il lago basso come in questo periodo, è addirittura superiore alla massima profondití raggiunta dal pianoro di fango che si trova alla base della parete, meta della nostra immersione. Cosí¬ facendo, inoltre, poiché l'allievo non avrebbe dovuto superare i 100mt di profondití , abbiamo aggiunto un ulteriore fattore di conservativismo e quindi di sicurezza all'immersione. L'immersione viene cosí¬ pianificata con il software Abyss: - partenza dalla superficie con ean32; - velocití di discesa 15mt/min poiché il primo tratto è su un pianoro di fango poco pendente; - arrivo a 40mt al terzo minuto e passaggio alla miscela di fondo (heliair 10,5%O2); - discesa lungo la prima parete (la cui sommití è proprio a 40mt di profondití ) a una velocití di 20mt/min; - arrivo alla base della prima parete a 60mt di profondití al 4°minuto; - si costeggia la base (che è tra i 58mt e i 62mt di profondití ) della prima parete a 60mt per 7 minuti; - arrivo alla spaccatura presente nella seconda parete all'11° minuto; - discesa lunga la spaccatura a 25mt/min; - arrivo ai piedi della parete in due minuti (quindi al 13° minuto); - stacco dal fondo al 17° minuto; risalita lungo la spaccatura a 10mt/min; - a 40mt cambio volante tra miscela di fondo ed ean32; - prosecuzione della risalita, sempre a una velocití di 10mt/min fino alla prima tappa decompressiva; - a 21mt, cambio in ean48 e prosecuzione della decompressione. Ho poi effettuato il briefing e l'ho fatto ripetere a entrambi senza alcun problema. Abbiamo quindi effettuato i controlli reciproci delle attrezzature, delle consuete procedure anche di emergenza e poiché era tutto in ordine compreso l'aspetto fisico e psicologico ci siamo infilati le attrezzature e siamo entrati in acqua dalla spiaggia, dove abbiamo agganciato le decompressive. Mentre nuotavamo in superficie per coprire i circa 40mt che separano la spiaggia dal punto di ingresso, abbiamo depositato la boa segnasub. L'umore era ottimo: io avevo un solo allievo molto bravo che aveva ben superato tutti i livelli precedenti (70, 80 e 90) del corso trimix senza aver mai avuto necessití di ripetizioni o recuperi. Insomma, pensavamo di avviarci a una felice conclusione del corso. Un corso che mai aveva presentato problemi. Raggiunto il punto di ingresso, abbiamo rieffettuato il controllo reciproco delle attrezzature e abbiamo infine dato luogo al briefing riassuntivo, quello che sottolinea le note basi dell'immersione. Anche in questo caso, la lucidití di Guido è stata totale. Poco prima di scambiarci l'ok per la discesa, a Guido si è rotto il cinturino della maschera: gli ho chiesto se voleva rinunciare all'immersione ma lui mi ha risposto di no mentre estraeva la maschera di scorta, la indossava e riponeva in tasca quella rotta senza dare alcun segno di stress. Messi gli erogatori dell'ean32 in bocca e ricevuto il segnale di "ok per scendere" da tutti, abbiamo scaricato i jacket e ci siamo ritrovati su un pianoro fangoso alla profondití di 10mt: ho chiesto a Guido se aveva problemi di compensazione e, alla sua risposta negativa, abbiamo cominciato a scendere seguendo il fondo stando uno affianco all'altro. Raggiunta la sommití della prima parete a 40mt di profondití dopo circa tre minuti, faccio il segnale convenuto per il cambio di erogatore (per passare alla miscela di fondo) ed entrambi lo eseguiamo. Ci lasciamo quindi scivolare verso il fondo della prima parete; raggiuntolo, restiamo in assetto a circa 60mt e iniziamo a costeggiare la parete tenendola alla destra. Quando raggiungiamo la spaccatura nella seconda parete, abbiamo accumulato quasi un minuto di ritardo a causa della visibilití non molto buona. Non importa. Come pianificato, Guido ci richiama ed effettuiamo il controllo delle pressioni nelle bombole contenenti mix di fondo: siamo tutti e tre abbondantemente all'interno dei consumi programmati (Guido, che aveva un bibo a bottiglie separate, ha effettuato correttamente i cambi degli erogatori perché la pressione nelle due bombole è praticamente equivalente -una bottiglia contiene circa 5bar più dell'altra, ovvero 170 e 175bar-). A questo punto, però, abbiamo quasi due minuti di ritardo. Poco male: vorrí dire che il tempo che passeremo alla massima profondití sarí inferiore a quello pianificato a tutto vantaggio di una maggiore desaturazione dei tessuti. Chiedo l'ok alla discesa e dopo che ho ricevuto il corrispondente segnale, scarichiamo il jacket e ci dirigiamo, fronte alla parete, alla base della stessa. Arriviamo sul fondo poco dopo il quindicesimo minuto e poiché resta poco tempo, una volta ricevuto un ok da tutti, cerco di far "sforare" Guido dirigendomi proprio sul fondo della parete a circa 101mt di profondití , ma lui, tiene perfettamente la quota, mi richiama con la torcia e contemporaneamente mi segnala un minuto alla risalita. Il minuto passa molto rapidamente e cosí¬, dopo che Guido ci ha segnalato la fine del tempo di fondo pianificato e dopo che gli abbiamo risposto la conferma, cominciamo la risalita. Io precedo, Guido è alla mia sinistra, a metí del mio corpo, mentre Fabrizio è alla mia destra sempre a metí del mio corpo. La risalita, programmata a una velocití di 10mt/min, procede per tutti regolare; in più occasioni ci siamo scambiati dei segnali di ok. Sino a questo momento, nulla in assoluto era andato benché minimamente storto. Stavamo praticamente chiudendo un'immersione da manuale, facile, senza preoccupazioni, senza pressioni, in scioltezza. In prossimití del cappello della seconda parete (il fondo prosegue poi con una distesa di fango inclinata di 45°), situato a circa 40mt di profondití , dovevamo rieffettuare il cambio per passare dalla miscela di fondo a quella di viaggio ean32. A circa 45mt di profondití , noto dei movimenti delle braccia di Fabrizio come a chiamarmi; mi volto verso di lui ma è un falso allarme: tutto regolare. Proprio a questo punto siamo praticamente giunti alla quota del cambio e quindi mi rivolto subito verso Guido per avvisarlo di tenersi pronto ad effettuare il cambio miscela ma lui non si trova più al mio fianco: è circa un metro e mezzo sopra di me. Intuisco che c'è qualcosa che non va, che qualcosa è cambiato. Pinneggio e carico il jacket; raggiungo subito Guido, lo afferro per una pinna con la mano destra mentre scarico il mio jacket con la mano sinistra per rallentare la sua ascesa ancora non veloce. La sensazione si traduce in certezza quando sento e vedo che Guido non reagisce minimamente alla situazione: resta immobile senza alcuna reazione di alcun tipo, nemmeno di stress o di panico. E' assolutamente fermo. Non vedo le sue bolle di scarico, ha gli occhi sbarrati e non ha nessun erogatore in bocca. Fabrizio assiste impotente al succedersi dei fatti. Realizzo che sott'acqua non posso fare assolutamente niente per aiutare il mio caro amico, che appare svenuto. Guido ora aumenta la velocití di ascesa sempre più: non serve che lo trattenga o lo stoppi in acqua, non potrei comunque fare nulla a causa delle sue condizioni. Né posso seguirlo fino alla superficie a causa della lunga decompressione da effettuare. In superficie avevo peraltro notato che erano appena arrivati degli altri subacquei. Questi avrebbero immediatamente allertato i soccorsi. Nella speranza di poterlo salvare solo fuori dall'acqua (speranza che, dentro me, sapevo comunque ormai vana), lascio quindi andare Guido che procede la propria ascesa alla superficie. Mi ritrovo vicino a Fabrizio e, distrutti, effettuiamo la decompressione e terminiamo l'immersione. Appena mettiamo la testa fuori dall'acqua, sentiamo arrivare l'elicottero del Pronto Soccorso, che infatti era stato allertato dal gruppo di sub. Quello di loro che ha recuperato e portato il corpo di Guido fin sulla spiaggia, ha detto di averlo trovato gií deceduto. Non so che cosa sia successo, lo dirí la perizia. So solo che improvvisamente ho trovato Guido spento, svenuto. Sono convinto che in acqua non avrei potuto fare nulla, se avessi potuto fare qualcosa lo avrei fatto. Spero che i risultati ufficiali della perizia arrivino al più presto. Porgo a Guido, alla famiglia e agli amici tutti, tutto il mio dispiacere. Non lo dimenticherò come non dimenticherò questa esperienza tragica. Fabio Moneta |
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Tragedia Onno parla l'istruttore 14/11/2003 21:47 #2
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Ciao Fabio, è con profonda commozione e sincera ammirazione che ho letto quanto scrivi,perchè penso non sia facile trovare la forza di raccontare a tutti cosa sia realmente successo in momenti in cui tutto sembra crollarti addosso, quello che sembrava non dover succedere mai o capitare solo ad altri ti piomba addosso in una manciata di secondi e ti lascia attonito e disperato,perchè un caro amico non c'è più, senti ancora le sua voce rimbalzarti in testa per giorni e giorni sino a quando non ti rassegni e capisci che comunque vada Guido sarí sempre con te nel profondo del tuo cuore, per quanto poco lo conoscessi la notizia mi ha sconcertato e addolorato moltissimo , ti sono sinceramente vicino Pier.
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