Parafrasando John Belushi, in una delle scene cult del mitico film di John Landis ... abbagliaaa, ABBAGLIAAAAAA .......
Ma andiamo con ordine.
Il fine settimana appena passato era, sembrava, quello giusto. Previsioni del tempo e del mare favorevoli, camera prenotata a poche decine di metri dal porto, voglia, tanta voglia, di mare, di acqua salata. Era dal ponte della Madonna del 8 dicembre 2014 che, per i più disparati motivi, non ero ancora riuscito ad immergermi in mare; nel frattempo non ero stato a riposo, una decina di tuffi al lago, sempre in "configurazione pesante", me li ero sciroppati, deco ne avevo fatta, allenamento "giusto" anche. Era ora di andare, di provarci, di tentare l'elica. L'elica della Haven.
Il venerdí¬ pomeriggio passa tra ricariche bombole, la solita configurazione "standard" per il sottoscritto D12, S80, 7Lt , e sistemazione carico sull'auto. Avevo previsto di fare un 15/50, è uscito un 14,6/52,4 ( ..... dai, va bene lo stesso, non fare il maniaco settarolo).
Sabato mattina sveglia di buon'ora, una veloce discesa verso Arenzano, poco traffico, 2 ore di strada ed alle 8 precise siamo di fronte alla sbarra del porto. Per motivi vari, cambia il programma del diving e imbarchiamo dopo una veloce e stressante vestizione, sono le 9 di mattina e sono gií sudato ... fa caldo e sotto la stagna sudo, non vedo l'ora di saltare in acqua. Il mare è quasi piatto, il cielo limpido ed il sole caldo, tutto perfetto, elica arrivo!
Siamo sul punto, vestizione, controlli visivi e mentali e salto in acqua per la mia personale e solitaria missione. Inizio a scendere e ... visibilití pessima, molta sospensione, corrente, tanto pesce ... uhmmm ... vabbé ... speriamo in basso si apra, macchè, arrivo sul ponte inferiore e si vede a malapena a 4/5 metri, sembra di essere al lago nei primi metri quando NON c'è visibilití . Supero la balaustra ed inizio a scendere sulla fiancata di sinistra, arriva subito allo squarcio, che ben conosco, ma fatico a distinguerne i contorni ... , lo supero e mi dirigo verso poppa, verso l'elica. D'ora in poi sarò in territorio inesplorato, da solo, tanto per cambiare.
Scendo e avanzo lentamente, molto lentamente e con assoluta circospezione, la visibilití è, se possibile, ancora peggiore, fatico a vedere il metallo a non più di un metro dalla mia spalla sinistra, nonostante la torcia funzioni ... no, non va bene, non ci siamo , non è cosí¬ che doveva andare. Sono a -69. Inverto la rotta, torno verso lo squarcio, rinuncio all'elica. Sono tranquillo, provo ad infilarmi nell'enorme voragine, ma non riesco a capire se sono dentro il relitto o all'esterno, non sono certo in narcosi con tutto l'elio che sto respirando, è che proprio non ci siamo, è una fogna, non si vede niente, risalgo, chiudo l'immersione. Dopo soli 47 minuti sono in superficie. Avevo messo in preventivo un run-time di 75/80 minuti, pazienza. Mi faccio il bagno aspettando gli altri sub, tutti in aria, l'acqua è calda, 15/17°, troppo calda. L'unica cosa buona di questo tuffo, almeno non ho preso freddo.
Ricarico il bibo per il giorno dopo, esce un 17/44, a dispetto "dell'infallibile centralina" di ricarica, me lo farò andare bene, andrí bene, l'elica non si offenderí di certo.
La notte passa insonne e non certo per la "delusione", mitigata con un'abbuffata di focacce e pizze di tutti i tipi ... . Le finestre dell'albergo non hanno tapparelle, le persiane sono bloccate e non si possono accostare, diamo sul lungomare ed entra una luce pazzesca! Sembra di essere in nord Europa, chi ha provato capirí ... Alle 5 di mattina, esasperato, mi chiudo in bagno, stendo una coperta per terra e provo a rilassarmi, è l'unico posto buio e silenzioso! Mia moglie, dal letto, mi dice che sono scemo, che non è possibile pagare per dormire per terra, amen. I programmi del diving sono "elastici", restiamo tranquilli ad aspettare il ns. momento sotto un bel sole, si è formato un bel gruppetto, sono l'unico in trimix. Rientra il gommone, com'è la visibilití oggi? Non c'è male la risposta ufficiale ... ho capito, sarí una merda come ieri. Una coppia di esperti sub in reb, che gií avevo incrociato altre volte, hanno appena fatto l'elica e mi dicono che sul fondo non è male, meglio che sui ponti, sperém !
Salto in acqua, sgonfio il sacco e ... sono positivo! ecchecazzo! non può essere! Sono meno vestito rispetto a ieri, visto che l'acqua era calda ( non siamo al lago ... e si sente) ho tolto pure degli indumenti sotto alla stagna, saranno tutte le focacce che mi sono scorfanato! Accenno una mezza capovolta, con le decompressive ai fianchi ...

, e comincio la discesa, la visibilití e appena meglio di ieri, ma non ci siamo, un'altra delusione, un'altro buco nell'acqua.
Ci provo, vediamo se sotto si apre, arrivo sullo squarcio e anche lí¬ ... poco meglio, mi dirigo verso poppa senza scendere troppo e appena passo i 62-63 metri si apre e comincio a sperare, ancora pochi metri e ... abbagliaaa, ABBAGLIAAAAA..... intravedo la sagoma della fiancata che si rastrema verso poppa e, in lontananza, sotto lo sbalzo di poppa, il timone: sembra enorme.
Vengo, quasi, preso dall'euforia, questa volta è quella buona lo sento! Continuo a pinneggiare verso l'angolo buio dove, lo so, l'elica mi aspetta e noto qualcosa di bianco che fluttua sotto il fascio della torcia, è una rete, una grande e lunga rete da pesca intrappolata ed annodata intorno ad una cima che scende diretta dalla balaustra sopra di me fin verso l'elica ... qua sotto è pieno di reti e cime lasche, OCIO ! Mi fossi fiondato fin qui ieri, ci sarei finito addosso senza neanche accorgermene. La testa, quello che conta veramente in acqua , quello che fa la differenza è la testa. Tutto il resto è noia. I miei sensi sono al massimo, mi scosto un paio di metri dalla fiancata, dalla rete, e ... bellissimo, il timone non sembra enorme, è ENORME!

E' la facciata di un palazzo , è magnifico, impressionante. Ho visto la luce. La mia attenzione non è più rivolta all'elica, non più, non esclusivamente. Qua sotto sembra di essere in un antro, una caverna aperta di metallo, con la sua volta penzolante di morbide e fluttuanti stalattiti ... l'elica la intravvedo appena, so che è lí¬, mi basterebbe scendere di pochi metri e spostarmi lateralmente di altrettanti per essergli davanti, essere finalmente al suo cospetto, la tentazione è forte, ma non riesco, e non voglio, lasciare il timone.
Me lo ero prospettato imponente studiando le foto della nave, ma la realtí supera le aspettative, la prospettiva è quella giusta, ci fossi arrivato da più fondo non so, ma cosí¬ come lo vedo adesso è il re della scena, l'elica può aspettare. Mi studio il punto di snodo, attento alle cime e cimette, e poi risalgo di taglio al timone in posizione verticale mentre la poppa, piatta, mi scorre a pochi centimetri dal muso, che spettacolo, meglio di un bel film, breve ma intenso. Ai 58 metri sul ponte la visibilití torna scarsa, ma non pessima, riconosco le enormi bitte, è presente una discreta corrente e pedalo per riportarmi verso il castello. Mi faccio una veloce passata nel corridoio officina, dando un paio di giri alla morsa e appena finito il corridoio vengo investito da una corrente fortissima, risalgo di qualche metro e inverto la direzione per essere riparato dallo scafo, anche qui è pieno di cime, reti e lenze varie ... immersione finita, mi basta. Risalendo incontro via via gli altri sub, qualcuno fotografa, altri guardano incuriositi in ogni angolino, li saluto, chiedo l' O.K. di prassi e loro a me, tutto a posto. Inizio la non lunga deco, questo computer ti fa saltare fuori, e , arrivato, ai 3-4 metri, inizia il rodeo per tenere la quota, se prima ero positivo adesso ero un pallone che voleva disperatamente affiorare in superficie, santa cima di discesa a cui aggrapparmi, fossi stato in libera, complice anche una discreta corrente superficiale, sarebbe stata triste. ( sarei rimasto alla quota comfort di 6 metri ...

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Il feticcio può aspettare , sarí per la prossima volta non c'è fretta, per godersi appieno ed in sicurezza questa zona del relitto non basta un'immersione.