La mia convinzione e' che le soluzioni valide siano solo due:
a) bibo con gas di fondo e con bombole completamente separate (senza manifold). Elimina tutti i possibili problemi del manifold (una serie di componenti in meno) e da' la sicurezza che il 50% del gas di fondo "rimasto" sia comunque sempre disponibile. Piu' scomodo nell'uso (ad esempio quando si fa video o foto, con le mani quasi sempre impegnate) e un po' piu' difficile da dividere col compagno in caso di suo OOA .
b) bibo con gas di fondo e con manifold aperto (deve essere "sostanzialmente" aperto): piu' pratico (col vantaggio, se si e' bravi, di poter disporre in caso di emergenza anche di piu' del 50 % del gas residuo), ma da usare solo da chi ha la capacita' di raggiungere senza problemi i rubinetti (sia il centrale che i laterali), ovvero di fare rapidamente e senza incertezze il cosiddetto "valve drill". Devo dire che ho visto pochissime persone in grado di fare questa operazione naturalmente, senza preparazione e allenamento specifici (compreso esercizi specifici di stretching).
A mio parere un istruttore deve essere in grado di utilizzare, e di insegnare, entrambe queste tecniche.
Sono invece contrario a soluzioni "di compromesso", come ad esempio usare gas diversi nelle due bombole del bibo: a parte altre considerazioni, e' troppo poca l'autonomia del gas di fondo (anche con un 18 +18 !), con la conseguenza di esaltare eventuali problemi in caso di emergenza (come dover dividere il gas di fondo col compagno). E' giusto, per immersioni molto profonde, prevedere come prima deco una miscela nell'intorno di una 18/45 o 21/50, ma ritengo vada fatto il "sacrificio" di metterla come bombola aggiunta a fianco; in altre parole, sono convinto che non si possano affrontare immersioni oltre i 75-80 metri se non si sanno gestire senza problemi tre - o addirittura quattro – bombole laterali (ovviamente ognuna con un solo rubinetto e un solo erogatore).
Ciao a tutti
Massimo C.