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ARGOMENTO: nuovo arrivo, mi presento.

nuovo arrivo, mi presento. 25/01/2005 10:49 #1

  • normossico
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ciao a tutti, mi chiamo davide, e faccio normalmente immersioni in Trimix in liguria.
Volevo subito esordire con un argomento spinoso: in liguria sono sempre più diffusi i gruppi DIR/gue, che in acqua mi hanno impressionato per capacití  ed organizzazione.
Cosa ne pensate, ne vale la pena cambiare tutto (attrezzature e, a quanto pare, mentalití ) e fare uno dei loro corsi ?
grazie.

davide (normossico)

davide
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nuovo arrivo, mi presento. 25/01/2005 14:14 #2

  • scuba
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Ciao, secondo me non è questione di didattica, te parli di organizzazione e capacití ....come ben sai i corsi che si frequentano, sia ricreativi che tecnici, ci preparano al meglio per le attivití  che poi andiamo ad intrapendere, quindi dopo il corso dipende tutto da noi.....organizzazione, capacití  e quant'altro uno di noi reputa di dover aggiungere....per quanto riguarda la TSA dove ho avuto ed ho tutt'ora esperienza non manca ne organizzazione ne capacití , la TSA mi ha dato modo di approfondire le mie conoscienze per le immersioni tecniche e lavorative, in quanto effettuo molte immersioni di lavoro in trimix e con il rebreather...e posso dire che la qualití  di rendimento e di professionalití  le ho innazate tantissimo.
Penso che chiunque di noi si affidi a qual si voglia Diving e poi fa le differenze con gli altri Diving dove si è altra fatta esperienza è giusto, ma la didattica secondo me non centra....didattica e capacití  sono gli Istruttori che la fanno.....non siamo tutti uguali.
Il fatto che guardi ad altre didattiche è giusto, ma ti sei fatto un esame di coscienza e vedere se hai fatto di tutto per rendere te più "capace" e le tue immersioni più interessanti, so che la TSA è molto aperta alle nuove idee....fatti avanti.

Vincenzo Zannella
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nuovo arrivo, mi presento. 25/01/2005 17:32 #3

  • Gabrytsa
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la didattica è impotante come lo è la qualití  dei corsi, la serietí  dell istruttore ecc ecc... non per questo è necessario passare al sistema DIR-GUE.
a dirla tutta il sistema "olistico" del DIR ha delle grandi qualití  ma a mio avviso si presta ad ambienti e contesti abbastanza precisi che difficilmente si ritrovano nelle comuni immersioni ricreative e tecniche che facciamo in Italia.
non affermo che il DIR qui non funzioni.... (la discussione sarebbe lunghissima) dico solo che non è NECESSARIO passare al DIR.
si possono trovare ottime capacití , serietí ., organizzazione e quant altro anche in altri contesti, non cosí¬ "estremisti" come il DIR-GUE.
resto dell idea che la mentalití  aperta, la capacití  di gestire ed adattarsi a diverse condizioni è comunque importante.

cerchiamo di lavorare al meglio nel nostro piccolo, di essere organizzati e precisi, di valutare ogni aspetto della nostra tecnica-equipaggiamento-metodologia di immersione e poi anche se usiamo una stagna in neoprene e ci mangiamo un hamburger non succede nulla di male!!
ciao a tutti
gabriele

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nuovo arrivo, mi presento. 26/01/2005 11:38 #4

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Grazie per le risposte, che mi sono piaciute molto, ma certo che vederli cosí¬ organizzati ed in acqua (li ho visti sul Tifflit a Loano) cosí¬ ben messi, perfettamente in assetto, viene legittimamente da chiedersi se un sistema cosí¬ codificato non sia meglio che vedere noi e gli altri che ogni immersione impieganoi delle mezzore per ricordare come avevano sistemato gli erogatori l'ultima volta.
Vedo sempre subacquei (non necessariamente TSA, ma includo tutte le altre didattiche) che sembrano sempre raffazzonati e poco idrodinamici.
Condivido cosa dice GabryTSA, ma non pensate che talvolta un minimo di standardizzazione aiuti anche a prevenire le fatalití  ?

davide

davide
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nuovo arrivo, mi presento. 26/01/2005 13:08 #5

  • g.lance
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ciao normossico, permettimi di dire la mia:

la standardizzazione delle procedure, se priva di flessibilití , è <u>a mio avviso</u> più dannosa della mancanza, o quasi, di standard operativi. Più nel dettaglio, se se veramente si vuole codificare e standardizzare rigide procedure per un tipo di immersione tecnica, bisogna poi altrettanto rigidamente applicarle a <u>quella, e quella sola</u> immersione. Qualunque altro tipo di immersione dovrebbe venire ri-codificata e ri-standardizzata per garantire, nelle mutate condizioni, eguale rapporto fra rischi e benefici.

Personalmente preferisco codificare il <u>processo</u> di anlisi - sintesi dell'immersione in fase di pianificazione, e riservare la <u>più ampia flessibilití </u> all'impego delle tecniche che sò padroneggiare, potendo gestire un sempre ottimale (per me) rapporto da rischi e benefici.

Vincenzo Pamparano recentemente ha detto:"è più pericoloso credere di sapere quel che non si sí , che non saperlo affatto". Penso calzi a pennello...

Tutto ciò senza voler toglier nulla a Dir o altre didattiche citate.

Giangi

"nella vita non ci sono risposte, solo scelte"
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nuovo arrivo, mi presento. 27/01/2005 09:01 #6

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Ciao g.lance,
mi sono fatto spiegare (in privato)da un DIR della provincia di Cuneo il fatto delkla standardizzazione, e non è poi cosí¬ rigida: si tratta di procedure che vanno bene per tutte le immersioni.
Cito a memoria: configurazione equipaggiamento, controlli pre-immersione, procedure risalita e procedure deco.
Mi sono lasciato convincere che queste procedure vadano bene per ogni immersione, perchè (a parte le grotte).
Ad esempio la TSa è stata la prima a standardizzare le miscele anzichè usare sempre la best mix.
Saluti

davide
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