Mi presento!
Io sono un carissimo amico del sub deceduto di cui state parlando e per ricordare la Sua memoria mi sono iscritto solamente per rispondere ad alcune delle vostre domande cercando di essere più sereno possibile.
Vorrei dare un nome ed un volto a questo Uomo molto bravo, si chiamava Ivo Vaghi era nato a Genova 53 anni fa e l'avventura calcolata l'aveva nel suo dna.
Diciamo che il suo modo di intendere lo sport era diversificato, legato ai viaggi, alla tecnologia, alla passione ma sopra tutto alla serietí ed alla preparazione.
Nel lavoro era Direttore della Concessionaria Land Rover, Range ecc. di Genova, gií come premessa è tutto un programma, quindi sia per passione sia per lavoro per lui girare sulle piste africane era come girare intorno al palazzo di casa e sapeva benissimo che la preparazione e la professionalití sono alla base della sopravvivenza.
In parallelo aveva sviluppato negli anni una notevole esperienza nel mondo subaqueo di cui parlerò ampiamente dopo aver accennato al fatto che Lui era socio da anni insieme a me nel BMW Motorrad Club San Giorgio Genova, il Motoclub appunto della BMW dove si effettuano viaggi in varie parti del mondo, in particolare viaggiamo a bordo di R 1200 GS Adventure preparate per i raid. E importante questo fatto perchè pochi giorni prima della fatale immersione Ivo, chiamato nel Motoclub "Babù", aveva partecipato al giro completo della Sardegna insieme alla sua compagna "Fly" ed a molti altri soci e si era sentito poco bene.
In questa occasione la Fly lo aveva spronato a farsi vedere al rientro a Genova. Da li a pochi giorni effettua l'immersione fatale.
Vediamo ora l'Uomo sub,
era in possesso del brevetto di istruttore, aveva fatto immersioni in molti mari del mondo e gli piaceva il Mar Rosso, appena poteva ci andava.
Conosceva benissimo il mondo sub ligure ed in particolare il Diving Center Polo Sub alla Marina della Fiera. Il destino è beffardo e si mettono insieme i tasselli pian piano, un altro carissimo amico comune del motoclub e maggiormente legati da ulteriori esperienze fuoristradistiche con i KTM, è da circa un anno che gli chiede di fare una immersione importante con lui e questa era preventivata proprio dopo il giro della Sardegna dopo che si era sentito casualmente poco bene.
La meta dell'immersione era sul relitto della nave Mohawk Deer, nave da carico colata a picco nel 1967 vicino alla Cala degli Inglesi sotto i colpi di una violenta libecciata, nell'area ora protetta del Promontorio di Portofino. Per fare ciò occorre organizzazione, permessi e tempi tecnici. Dalla Fiera di Genova parte circa alle 9.00 la barca appoggio con 18 sub e Ivo smette di vedere il cielo ed il mare di Portofino che tanto amava alle 11.30
Si è immerso con un sotto gruppo di 6 sub, dopo neppure 20 minuti e alla profondití di circa 30 metri ha fatto segno di risalita e qui inizia il dramma e qui le perizie tecniche sul suo computer da polso che sono in atto aiuteranno a capire meglio.
Non è per ora dato di sapere in quanto tempo abbia risalito i 30 metri, fatto fondamentale per capire perchè sul lettino del pronto soccorso dell'Ospedale San martino di Genova, Ivo mostrasse fisicamente il gonfiore di un annegato agli occhi profani della materia medica di noi amici del Motoclub, fatto discordante con il resto che segue.
Ivo raggiunge la superficie in vita, chiede aiuto alla barca appoggio, ha la forza di sganciare parte dell'attrezzatura per rimanere a galla e poi si gira su se stesso.
Iniziano ora due drammi distinti, la lotta per Ivo di salvargli la vita e quello della sua compagna di vita che è ancora in immersione sempre più in profondití e si vede cadere vicino e dalla superficie la sua attrezzatura riconoscendola.
Dalla barca una persona si è tuffata e quando lo ha raggiunto ha avuto la netta impressione che fosse gií morto, ma poteva essere solo svenuto quindi inizia il tentativo di rianimazione.
Nel frattempo parte l'allarme radio, in un baleno arriva il mondo, CP, Carabinieri, Finanza, e i Pompieri con il loro magico elicottero che da anni salva vite umane
Dopo 15 minuti dall'allarme l'elicottero stava gií issando Ivo con il verricello, dopo 20 minuti riemerge il gruppo del quale solo la compagna aveva intuito che qualcosa non andava ed invece della barca appoggio trova tutto quel pandemonio.
Nel casino si contano e manca un altra persona, riscatta l'allarme generale con di nuovo tutte le sue conseguenze, reimmersioni ed allarmi radio, lo cercano in profondití mentre poveraccio questo sub stava decomprimendo a tre metri sotto il pelo dell'acqua ignaro di tutto e sulla verticale dei mezzi di soccorso.
La conseguenza finale di ciò è l'intervento della magistratura, la richiesta di autopsia e nessuno è indagato.
Non si è ancora arrivati ad una soluzione perchè oltre al fatto fisico dell'incidente, la Capitaneria di Santa Margherita fa capo alla giurisdizione del Comprensorio di Chiavari come Procura della Repubblica e quindi bisogna far passare il tutto alla Procura di Genova, poi fare l'autopsia e quindi solo se i parenti lo vorranno verrí detto qualcosa.
Vorrei solo dire che Ivo era un professionista delle immersioni e probabilmente ha sottovalutato il precedente malore avvenuto pochi giorni prima, l'etí anagrafica conta sicuramente per farsi controllare più spesso del solito. Ho perso un carissimo amico e mentre scrivo ancora mi è impossibile crederci ma accidenti è riuscito a mettere in pratica quello che diceva, vivere come voleva lui e quando poteva partiva o in Range, o nei mari del mondo, e con la sua BMW Adventure in giro per i continenti.
Una delle sue frasi che non volevo mai sentire era questa: "Io non voglio essere il più ricco del cimitero" perchè voleva dire di pensare alla morte, ma era anche un suo modo di pensare alla vita
Un saluto a tutti
Maurizio